Perché questa nuova rivoluzione della tv?
L’Italia, come già altri Paesi europei, deve togliere alcune frequenze (a 700 MHz) dalle televisioni per consentire il debutto delle reti mobili a banda ultra larga 5G. Lo standard Dvb-t2 inoltre, promette una qualità di trasmissione migliore, ultra HD e 4K, e consente di comprimere il doppio dei canali sulla stessa quantità di banda.
Il nuovo digitale terrestre DVBT2 sarà acceso il primo luglio 2022 in banda sub 700. Lo prevede il disegno di legge di bilancio, all’esame del Senato e in particolare l’art.89 (“Uso efficiente dello spettro e transizione alla tecnologia 5G”) che fissa la roadmap per il passaggio della banda 700 Mhz (canali televisivi da 49 a 60 UHF) dai broadcaster televisivi agli operatori a banda larga mobile. Il nuovo digitale terrestre DVBT2
Che succederà dal 2018 al 2022
I canali tv passeranno al nuovo digitale terrestre, il Dvb-T2, ossia smetteranno di funzionare sui televisori che non montano gli ultimi standard tecnologici. Il passaggio sarà graduale, regione per regione ed emittente per emittente in base ad un piano che l’Agcom dovrà stabilire entro il 31 maggio 2018 e sarà completato entro il 30 Giugno 2022.
La roadmap per gli utenti
Entro il 2022, (c’è quindi un lasso di tempo di cinque anni), gli utenti italiani dovranno munirsi di un televisore nuovo o di un decoder che supporta il nuovo codec di compressione delle immagini HEVC. Da quest’anno, i nuovi televisori sono gli unici a poter essere commercializzati. Il problema del decoder si porrà principalmente per i vecchi TV ed è per questo che in prospettiva saranno con ogni probabilità il secondo e il terzo televisore di casa che avranno bisogno di un decoder.
Contributi per i decoder
Il disegno di legge di bilancio stabilisce, fra il 2019 e il 2022, un contributo complessivo di 100 milioni di euro (25 milioni all’anno per quattro annualità) per le famiglie che dovranno cambiare il televisore o adeguarlo con apposito decoder e che rientrano nella categoria di utenti (2 milioni) già esonerati dal pagamento del canone. Per questa fascia di reddito si prevede un contributo unitario fino a 50 euro.